L’arte musicale dei suonatori di corno di caccia, una tecnica strumentale legata al canto, al controllo del respiro, al vibrato, alla risonanza del luogo e alla convivialità

Credits Giorgio Marinello

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Inscritto nel 2020 (15.COM) nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità

1.1 Descrizione dell’elemento

L’arte musicale dei suonatori di corno da caccia riunisce la tecnica e l’ abilità che i musicisti mettono in pratica per suonare il loro strumento, chiamato corno da caccia. Un lungo canneggio di metallo, conico, viene avvolto in diverse spire per formare uno strumento circolare, senza fori, valvole o pistoni. Ad un’estremità si inserisce il bocchino mentre l’altra è svasata a forma di campana, che funge da amplificatore del suono. Solo il respiro del musicista influenza il tono, l’accuratezza e la qualità delle note prodotte.

Il corno appartiene alla famiglia nota come corni naturali, creati tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo. Inizialmente avevano lo scopo di animare le cacce con la musica nel contesto delle corti principesche d’Europa. Questo collegamento storico spiega perché il termine “corno da caccia” viene utilizzato ancora oggi. Già da quel periodo, i suonatori di corno suonavano in orchestre con altri strumenti, proprio come nell’attuale pratica musicale.

La tecnica strumentale si basa sul controllo del corpo dei musicisti, che determinano la pressione dell’aria, la portata dell’aria e la frequenza dell’oscillazione delle labbra. Le labbra agiscono come una membrana vibrante. Ciò consente ai musicisti di produrre un suono con un vibrato caratteristico e ricercato. Il corno da caccia si distingue per il suo bocchino di piccolo diametro, finemente forato con un bordo molto sottile. Per la presenza della campana, i musicisti possono raggiungere un’intensità sonora di 115 decibel. Il timbro dello strumento è chiaro e penetrante, soprattutto nelle note acute. La gamma del suono dello strumento si basa sulla risonanza naturale con ricchi armonici, specialmente nelle note basse. Con dodici note, la sua gamma consente composizioni con una melodia, accompagnata da una seconda voce e armonizzata con una partitura di basso. La tecnica dei “suoni chiusi””, prodotti inserendo una mano nella campana, consente di produrre semitoni e quindi di ottenere una gamma cromatica più completa.

Come parte integrante dell’arte dei corni da caccia, il canto funge da strumento sia per l’addestramento che per la trasmissione. Durante le prove si preferisce cantare piuttosto che suonare il corno per  risparmiare le labbra dei musicisti, pesantemente provate quando si suona il corno. Il canto senza parole consente di regolare l’interpretazione (ritmo, accordi, sfumature, articolazione della frase musicale, ecc.) e mira a raggiungere l’armonia collettiva delle voci. Cantare in gruppo permette ai musicisti di sviluppare grande coesione e momenti di conviviale solidarietà, che preparano ad esibizioni strumentali.

Suonare il corno è un’arte performativa, aperta alla creatività musicale e praticata nelle occasioni festive. Si suona nel contesto di concerti ed occasioni musicali legate a manifestazioni popolari e pubbliche (feste della natura e festa di Sant’Uberto, manifestazioni equestri, la festa della musica il 21 giugno, sagre paesane, spettacoli di suoni e luci, servizi religiosi, ecc. .) ed eventi privati ​​(matrimoni, compleanni, cerimonie, ecc.). Soprattutto nelle feste di paese, la presenza di gruppi di gruppi di corni da caccia evoca un attaccamento condiviso alla vita rurale. Tutti gli eventi all’aperto rafforzano il legame storico dei suonatori con la natura.

Suonare consiste nel condividere con il pubblico la musica, il timbro e il vibrato caratteristici dello strumento. La gamma sonora naturale è tanto più esaltata quando le esibizioni sono realizzate in luoghi risonanti (foreste, colline, castelli, chiese, grotte, ecc.). Lo stile del suono del corno da caccia si basa sull’acustica e sulla presa del suono, che suscita forti emozioni negli ascoltatori.

1.2 Localizzazione geografica e raggio dell’elemento

L’arte musicale dei suonatori di corno da caccia è ben sviluppata in Francia, che ha il maggior numero di suonatori in Europa, in particolare nella Valle della Loira, nella regione dell’Île-de-France e nella Francia centrale. La pratica è presente anche in Belgio (principalmente Vallonia e Fiandre), Lussemburgo e Italia (regione Piemonte).

Questa’arte musicale si trova anche in diversi paesi europei, nordafricani e in Nord America.

Tutti i suonatori dei quattro paesi candidati stanno sviluppando scambi interculturali basati sulle tradizioni musicali. L’arte di suonare il corno si trova principalmente nelle zone rurali e nei borghi piuttosto che nei grandi conglomerati urbani, come dimostrano gli indirizzi legali dei gruppi registrati. In Belgio e in Italia solo due gruppi sono attivi nelle città con più di 150.000 abitanti. In Francia, solo il 10% dei gruppi si trova in città con più di 50.000 abitanti.

1.3 Dominio (i) dell’elemento

Dominio(i) dell’elemento come patrimonio culturale immateriale identificato ai sensi dell’Articolo 2.2 della Convenzione:

  • tradizioni ed espressioni orali, ivi compreso il linguaggio, in quanto veicolo del patrimonio culturale immateriale
  • arti performative
  • pratiche sociali, eventi rituali e festivi
  • conoscenze e pratiche relative alla natura e all’universo
  • artigianato tradizionale
  • Altro (i)

DECISIONE DELL’ORGANO DI VALUTAZIONE

Decisione 15.COM 8.B.28

Il Comitato,

Prende atto che Francia, Belgio, Lussemburgo e Italia hanno nominato Arte musicale dei suonatori di corno da caccia, tecnica strumentale legata al canto, al controllo del respiro, al vibrato, alla risonanza del luogo e alla convivialità (n. 01581) per l’iscrizione nella Lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità;

2. Ritiene che, dalle informazioni incluse nel fascicolo, la candidatura soddisfi i seguenti criteri per l’iscrizione nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità:

R.1: Il dossier di candidatura evidenzia le caratteristiche delle comunità portatrici e i diversi ruoli dei membri della comunità, e spiega chiaramente l’inclusione di donne e giovani. L’elemento viene trasmesso oralmente e in modo imitativo, nonché attraverso corsi presso “scuole di corno”, con la conoscenza associata trasmessa da musicisti esperti a nuovi studenti. I membri della comunità sono riuniti dal loro fascino condiviso per questa musica strumentale, senza criteri linguistici, ideologici o finanziari specifici per l’ammissione alla pratica. Le funzioni sociali e i significati culturali dell’elemento sono valorizzati da portatori di ogni estrazione sociale e professionale.

R.2: La candidatura afferma che l’iscrizione dell’elemento renderà i cittadini consapevoli della fragilità su larga scala del patrimonio immateriale a causa dei cambiamenti nella legislazione, degli effetti della moda e degli sviluppi nella società. Afferma inoltre che, a livello internazionale, il riconoscimento dell’arte musicale dei suonatori di corno aiuterebbe ad attirare l’attenzione sulle pratiche musicali basate su una gamma di strumenti con principi condivisi: sono tutti semplici da realizzare, di facile accesso, hanno modalità di trasmissione, e avere un repertorio creativo aperto a nuove composizioni.

R.3: La vitalità dell’elemento è stata assicurata dalle federazioni e associazioni di corno, nonché da tutti gli Stati parti interessati, che hanno sostenuto i gruppi di corno attraverso contributi di bilancio o misure amministrative e legali. I quattro Stati Parte hanno proposto cinque misure di salvaguardia, vale a dire: 1) trasmettere la pratica a nuovi attori; 2) rafforzare la ricerca e l’elaborazione documentaria per arricchire il repertorio e la conoscenza della pratica musicale; 3) sensibilizzazione sui temi legati al patrimonio culturale immateriale attraverso il corno; 4) estendere le azioni di rivitalizzazione ad altre regioni; e 5) affidare il monitoraggio delle misure di salvaguardia a un’entità dedicata. In ciascuno degli Stati richiedenti, i professionisti interessati sono stati coinvolti nel processo di salvaguardia dalla sua fase iniziale in poi, che ha comportato l’identificazione e la registrazione delle pratiche dei suonatori di corno.

R.4: Il processo di candidatura si è basato sulla partecipazione della maggior parte delle federazioni e associazioni pertinenti degli Stati parti interessati, con una presenza molto forte della Federazione internazionale francese dei corni da caccia. Questo è stato un processo lungo, che ha coinvolto molte attività e opportunità di partecipazione. Il file contiene anche un gran numero di lettere di consenso che attestano l’importanza della candidatura.

R.5: Tra il 2014 e il 2019, l’elemento è stato inscritto nell’inventario nazionale di ciascuno Stato Parte dalle agenzie nazionali responsabili, con un numero di riferimento univoco attribuito a ciascun elemento nell’inventario. Gli inventari e la documentazione degli aspetti culturali legati all’arte musicale dei corni da caccia sono condotti con la partecipazione attiva delle comunità, dei gruppi e delle organizzazioni non governative interessate. In tutti e quattro gli Stati sono in atto meccanismi per l’aggiornamento periodico degli inventari, supervisionati dagli organi competenti.

3. Decide di iscrivere nella Lista Rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità l’arte musicale dei suonatori di corno da caccia, tecnica strumentale legata al canto, al controllo del respiro, al vibrato, alla risonanza del luogo e alla convivialità.