Padova con i suoi Cicli affrescati del Trecento entra a far parte della Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO come 57° sito italiano. Così ha decretato il Comitato del Patrimonio Mondiale che eccezionalmente quest’anno, a causa della pandemia, si è tenuto in videoconferenza, con la Presidenza collegata da Fuzhou (Cina).
Il Comitato ha riconosciuto il valore universale eccezionale della proposta che riunisce in un unico racconto otto complessi monumentali tutti nel centro storico di Padova, tra cui la straordinaria Cappella degli Scrovegni, con gli affreschi di Giotto, a cui si affiancano la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani, il Palazzo della Ragione, la Cappella della Reggia Carrarese, il Battistero della Cattedrale, la Basilica e il Convento del Santo, l’Oratorio di San Giorgio e l’Oratorio di San Michele, dove si possono ammirare le opere degli altri protagonisti della stagione giottesca di Padova: Guariento, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio, Jacopo Avanzi, Jacopo da Verona.
I cicli affrescati del Trecento a Padova illustrano come, nel corso del XIV secolo, diversi artisti, a cominciare da Giotto, abbiano presentato importanti sviluppi stilistici nella storia dell’arte. Le opere realizzate per differenti tipologie di committenti, all’interno di edifici con varie funzioni, mantengono un’unità di stile e di contenuto.
La candidatura è stata promossa dal Comune di Padova, ed è stata coordinata dall’Ufficio UNESCO del Segretariato Generale, che ha fornito anche il supporto tecnico e scientifico. Il successo della candidatura è il frutto di una intensa e proficua collaborazione istituzionale sancita dalla sottoscrizione di un Protocollo d’intesa che ha visto il coinvolgimento degli enti proprietari, il Comune, l’Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti, la Delegazione Pontificia per la Basilica di Sant’Antonio in Padova, la Diocesi di Padova, così come della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, dell’Università degli Studi di Padova, della Veneranda Arca di Sant’Antonio, della Regione Veneto. Inoltre, tutto il lavoro si è avvalso del supporto istituzionale fornito dalla Rappresentanza italiana presso l’UNESCO e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale.